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Diretta streaming dell’ evento “La notte della rete”: protesta per il web libero!

Come molti di voi sapranno, in questi giorni si è molto parlato della famosa delibera dell’ Agcom, nominata ormai la legge censura, che permetterà la rimozioni o l’ oscuramento di siti da parte della suddetta agenzia senza il passaggio per vie legali.

Potete trovare maggiori info qui:

Ma il popolo della rete non ci sta ed ecco che nasce “La notte della rete”.

L’ evento si terrà nel centro della Capitale, alla Domus Talenti, lanciata da Adiconsum, Agorà Digitale, Altroconsumo, Assonet-Confesercenti, Assoprovider-Confcommercio, Avaaz.org, Popolo viola, Radicali italiani, Studio Legale Sarzana & Associati, Valigia blu.

Di seguito, la diretta streaming: ricordo che l’ evento inizierà alle 17:30 e terminerà attorno alle 21.


Live Broadcast by Ustream

Attacco di Anonymous all’ Agcom: NoWebCensure

Dopo la notizia circa l’ approvazione della legge che permetterà la censura delle rete Internet in Italia da parte dell’ Agcom senza nessun intermezzo giudiziario, il mondo del web subito parte all’ attacco.

In testa, il famoso gruppo di hacker Anonymous che, da alcune ore, ha già reso irraggiungibile il sito ufficiale dell’ Agcom. Il motto dell’ attacco è “La libertà di avere internet libero è un diritto che nessuno deve ostacolare”. Come dargli torto?

Con questa legge, l’ Agcom si eleva al di sopra della legge, arrogandosi il diritto di filtrare quello che noi in Italia potremo trovare sulla rete: la censura non è solo per combattere la pirateria…i motivi sono numerosi, a partire dalla semplice censura politica.

Su Twitter, il tag NoWebCensure è uno dei più seguiti…più lenta la reazione di Facebook, ma l’ intera utenza italiana sta sollevando forti lamentele…a voi la scelta.

Nuovo test Ne.Me.Sys per la connessione Internet rilasciato da Agcom!

Una nuova versione del software per la misurazione della qualità della banda larga Ne.Me.Sys è disponibile sul sito MisuraInternet.it. La notizia è stata diffusa dall’ Agcom, anche se, visti sugli ultimi studia circa la banda larga in Italia, serve ben altro che un nuovo test per la connessione. L’ Italia è uno dei paesi “più lenti” sulla rete e non si fa nulla a riguarda, nulla per mantenere il passo.

Con questo test potremo misurare l’effettiva velocità di download ed upload della nostra connessione (che spesso non coincide con quella dichiarata dal gestore sul contratto). Effettuata la registrazione, il programma è pronto all’ uso…ovviamente è totalmente gratuito.

Trovate altre info qui Calcolare velocità Internet e se vi serve, ecco un test per verificare se la vostra rete è filtrata Test per verificare se la vostra connessione è filtrata.

Proposta da Agcom la censura dei siti web!


La nuova proposta dell’ AGCOM (Autorità Garante nelle Comunicazioni) in materia di diritti d’autore e pirateria online sta già facendo. Il testo della legge propone una serie di passaggi che tendono senza nessun controllo da parte della Magistratura, al blocco parziale o totale dei siti web. L’ AGCOM sceglierà quello che noi possiamo vedere e fornirà una blacklist fornita a tutti gli ISP (Telecom, Fastweb, TeleTu etc etc). Insomma, una vera e propria forma di censura, al pari di paesi come Cina e Turkemenistan.

Per rispondere a questa nuova proposta di legge, è nato il progetto sitononraggiungibile.it realizzato e promosso dall’avvocato Fulvio Sarzana in collaborazione con ADICONSUM, ALTROCONSUMO, Associazioni di categoria ASSOPROVIDER della CONFCOMMERCIO, ASSONET della Confesercenti e l’Associazione AGORA’ DIGITALE.

Nel sito è possibile inviare una mail già scritta, in cui inserire solo Nome, Cognome ed email per mandare un segnale chiaro e forte all’ AGCOM per far discutere della proposta in Parlamento.

Youtube vince su Agcom

Il Ministro per i Rapporti con il ParlamentoElio Vito, ha affermato che i siti web, i motori di ricerca ed i servizi UGC (User Generated Content ovvero i contenuti generati dagli utenti) non debbano sottostare alle nuove regole imposte dall’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) valide per i siti come YouTube. Infatti la nuova regolamentazione prevedeva che Youtube e altri siti simili fossero considerati come una televisione. Ciò avrebbe imposto delle regole troppo strette per un servizio internet ( per i dettaggli leggi qui: Youtube è una tv? In italia si uccide la libertà)

L’onorevole Perina, che aveva presentato l’ interrogazione parlamentare, soddisfatta delle rassicurazioni fatte dal ministro, ha dichiarato: “Vito ha espressamente escluso l’assoggettabilità di YouTube, Vimeo e Dailymotion alla nuova regolamentazione.

YouTube è una tv? In Italia si uccide la libertà

L’ Agcom si fa portavoce di un’ altra grande idea, si davvero grande. L’ Italia, unico paese occidentale che dalla fine del 2010 cosidererà YouTube come un televisione. Voi direte: “Ok, dov’è il problema?”. Il problema c’è, e come se c’è. Tutte le regole valide per la tv, adesso valgono anche per YouTube, DailyMotion e altri siti minori, quindi ad esempio, “obbligo di rettifica entro 48 ore dalla richiesta degli interessati, che si sentano diffamati da un video” o “Divieto di pubblicare contenuti inadatti ai bambini durante le fasce orarie protette”. Fasce protette? Ma stiamo scherzando? Come si stabiliscono le fasce protette sulla rete? Internet è libero e deve restare tale. Magari non sono molto chiaro, per questo vi riporto la spiegazione di Guido Scorza di Wired.

“Sono stati finalmente pubblicati sul sito internet dell’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni i due regolamenti relativi all’attività di fornitura di servizi media audiovisivi in modalità lineare e on demand.

La disciplina delle web radio e web tv, dopo mesi di dubbi è incertezze è, ora, stata messa nero su bianco.

Il contenuto dei due provvedimenti conferma, in buona parte, quanto si era già appreso all’indomani dell’approvazione delle due delibere AGCOM: l’ambito di applicabilità della nuova disciplina è limitato a quei fornitori di servizi media audiovisivi che svolgano un attività non precipuamente economica ed in concorrenza con la radiodiffusione televisiva con “esclusione dei servizi i cui ricavi annui derivanti da pubblicità, televendite, sponsorizzazioni, contratti e convenzioni con soggetti pubblici e privati, provvidenze pubbliche e da offerte televisive a pagamento, non superino centomila euro”.

Le web tv e web radio più piccole sono, dunque, escluse dalle formalità e dagli obblighi previsti dalla nuova disciplina.

Per coloro che, invece, superano i cento mila euro di ricavi sarà necessario, per lo svolgimento dell’attività lineare (streaming), richiedere un’autorizzazione che potrà essere concessa attraverso il c.d. silenzio-assenzo: si presenta la domanda e si attendono trenta giorni, dopo di che, salvo che l’Autorità non chieda chiarimenti, si può iniziare ad operare.

Sono egualmente esclusi dall’ambito di applicazione del regolamento quei soggetti che trasmettano un palinsesto di consistenza inferiore alle 24 ore a settimana.

Con la domanda occorre produrre tutta una serie di documenti, puntualmente indicati all’art. 3 del Regolamento e, soprattutto, prova dell’avvenuto versamento del contributo per il rimborso delle spese di istruttoria, il cui importo è ora stato ridotto a 500 euro per le web tv e a 250 euro per le web radio.

Il fornitore di servizi media audiovisivi tenuto alla richiesta di autorizzazione deve, inoltre, procedere all’iscrizione presso il registro degli operatori di comunicazione.

Gli stessi limiti ed un’analoga disciplina è prevista per l’esercizio dell’attività on demand.

In questo caso, tuttavia, anziché una richiesta di autorizzazione è sufficiente una semplice denuncia di inizio attività,  a seguito della quale, pertanto, può iniziarsi ad operare senza attendere i 30 giorni per il compimento del silenzio assenso.

Anche in tal caso, peraltro, la denuncia di inizio attività va accompagnata dalla produzione di tutta una serie di documenti, tra i quali la prova del versamento di un contributo pari a 500 euro.

Mentre non sembrano sussistere dubbi circa la circostanza che coloro che svolgono contestualmente attività di diffusione di contenuti audiovisivi in modalità lineare e on demand, possono denunziare l’inizio della seconda, contestualmente, all’inoltro della domanda di autorizzazione relativa alla prima è, meno chiaro, se, in tal caso, siano tenuti o meno al pagamento di un secondo contributo relativo al rimborso delle spese di istruttoria per l’attività on demand.”

Cioè YouTube, un sito che si regge sui video uploadati dagli utenti, deve chiedere un permesso? A chi? Ma poi perchè dovrebbe? Chiedere un permesso per far vedere dei video? Le conseguenze sono molteplici: una volta che un sito web come YouTube viene considerato servizio audiovisivo, dovrà pagare una piccola tassa (500 euro), ed inoltre sempre dalla parole di Scorza si capisce come si sia fatta sentire la Mediaset in questa questione: “nei vari processi contro YouTube, per violazione di diritto d’autore, si rafforzerà il concetto che il sito ha una responsabilità editoriale. Dopo questa delibera, sarà difficile per il giudice stabilire il contrario”.

AgCom e la pirateria

Si annunciano misure più severe per punire chi non rispetta il diritto d’autore con pesanti sanzioni e la messa offline di siti ritenuti dannosi. In una nota diramata da Confindustria si legge il nuovo provvedimento che dovrebbe porre fine alla pirateria digitale in ogni sua forma. Si parla addirittura del blocco dei siti illegali.

Enzo Savarese, commissario dell’AgCom ha però assicurato che “Non è quella di replicare la famigerata legge francese Hadopi”. L’ Italia vuole semplicemente colpire i siti internet palesemente illegali lasciando di fatto, gli utenti al sicuro. Una legge ispirata a quella dei 5 punti americani: il sito illegale viene prima richiamato con un avvertimento con il quale si richiede la cancellazione del materiale pirata. Se entro 48 ore non la richiesta non viene ottemperata, le authority possono intraprendere i passi legali. Per questo motivo, queste nuove leggi che vengono decantate a nuovo baluardo contro la pirateria sembrano tutt’ altro che efficaci…di fatto il compito della segnalazione di siti illegali spetta alle authority, che per ottenere risultati dovranno scandagliare personalmente le reti. Si parla della compilazione di una lista di siti illegali già noti e il punto più caldo è quello che porta nel campo della lotta anche gli Internet Provider. La richiesta avanzata dall’ AgCom implicherebbe un obbligo per i provider di rilasciare i dati di navigazioni degli utenti, di utenti privati, cosa che quindi per il momento sembra molto lontana considerando il pieno disaccordo di tale pratica con la privacy.
Si legge anche: “I soggetti che non ottemperano agli ordini e alle diffide dell’Autorità, impartiti ai sensi della presente legge, sono puniti con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire venti milioni a lire cinquecento milioni”, a prevederlo è il comma 31 della legge 249 del 1997…naturalmente con conversione in euro degli importi e salvo modifiche successive.
Nei prossimi 60 giorni, la legge sarà sottoposta a consultazione pubblica per poi divenire legge.