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The Pirate Bay e l’ Università: insieme vogliono realizzare nuove norme per la pirateria

Il famoso tracker The Pirate Bay si è trasformato per un giorno in The Research Bay, partecipando ad un progetto con Cybernorms, un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Sociologia del diritto dell’Università di Lund (Svezia).

Tramite lo studio del comportamento sociale e il codice di condotta degli utenti del file sharing, potranno proporre ai governi delle normative giudiriche più attuali ed efficaci sul copyright e la tutela del diritto d’autore.

Le informazioni fornite dagli utenti tramite un sondaggio forniranno il materiale sul quale lavorare: inoltre garantisce il gruppo Cybernorms, nessun indirizzo IP o altri dati identificativi sono stati conservati.

L’ idea di “legalizzare” il file sharing si sta diffondendo sempre di più: forse è un nemico troppo forte da battere? O semplicemente si sta diffondendo l’ idea che, con giuste regole e accordi, il file sharing potrebbe perfino aiutare le casa produttrici di film, giochi e così via?

Altri problemi per GeoHot: la Sony attacca!

Secondo gli avvocati di George Hotz il processo deve tenersi nello Stato di origine del ragazzo, il New Jersey, mentre Sony vuole che si proceda nella più favorevole California.

In difesa dell’hacker, gli avvocati hanno sempre sostenuto che il loro assistito non aveva un account Playstation Network e quindi non avrebbe mai sottoscritto i termini di servizio proposti da Sony.

La casa nipponica sostiene di avere diverse prove che indicano il contrario: “Ha dichiarato che ha acquistato una di queste nuove console nel febbraio 2010 e ci ha fornito il numero di serie. SCEA l’ha usato per determinare che il 25 febbraio 2010 Hotz ha acquistato la PS3 nel GameStop a pochi passi da casa. Hotz non solo ha un account Playstation Network, ma possiede ben quattro Playstation 3“.

Sempre la Sony spiega di essere risalita al 10 marzo 2010, data nella quale Geohot avrebbe creato un account Playstation Network con il nickname “blickmanic“.

Secondo la casa nipponica l’indirizzo IP associato a questa registrazione è stato identificato a Glen Rock, nel New Jersey, dove vive Hotz. Sony sostiene inoltre che il processo in California sarebbe giustificato anche dal fatto che oltre 5 mila indirizzi IP di coloro che hanno scaricato file e strumenti pubblicati da Hotz sul Web sono riconducibili a utenti californiani.

Fonte: iClarifed

Controlli del fisco su Facebook?

Tra i nuovi strumenti di investigazione, ha dichiarato il direttore vicario dell’Agenzia delle Entrate Marco Di Capua , potrebbero esserci anche i social network e, ovviamente, in prima linea troviamo Facebook.

E’ considerato, infatti, un ottimo rivelatore del reale tenore di vita delle persone. Foto dell’auto nuova o di vacanze in località esclusive potrebbero essere un problema per chi ha qualcosa da nascondere.

Capisco che l’ evasione fiscale è una brutta bestia, un grave problema d’ abbattere…ma la libertà della rete? Spiati su Facebook? se così dovesse essere perchè non metterci le telecamere in casa? Si forse sono esagerato…ma dovrebbero essere ricercati metodi alternativi piuttosto che invadere la vita delle persone…

Perchè non controllare meglio i conti di quelli che gestiscono i soldi? Se c’è tutta quest’ evasione, qualcuno dovrà pur rendere possibile ciò? Non trovate?

Ovviamente, gli agenti del Fisco non avranno libero accesso ai profili degli italiani ma potranno, certamente, utilizzare le informazioni pubbliche. La maggior parte degli utenti non aggiorna le impostazioni del proprio account e, di conseguenza, la privacy non è garantita. Insomma, il lavoro per quelli del Fisco sarebbe anche molto facile.

Deve far preoccupare il fatto di poter essere giudicati da agenti dello Stato semplicemente da qualche foto scattata e poi caricata su Facebook.

Youtube vince su Agcom

Il Ministro per i Rapporti con il ParlamentoElio Vito, ha affermato che i siti web, i motori di ricerca ed i servizi UGC (User Generated Content ovvero i contenuti generati dagli utenti) non debbano sottostare alle nuove regole imposte dall’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) valide per i siti come YouTube. Infatti la nuova regolamentazione prevedeva che Youtube e altri siti simili fossero considerati come una televisione. Ciò avrebbe imposto delle regole troppo strette per un servizio internet ( per i dettaggli leggi qui: Youtube è una tv? In italia si uccide la libertà)

L’onorevole Perina, che aveva presentato l’ interrogazione parlamentare, soddisfatta delle rassicurazioni fatte dal ministro, ha dichiarato: “Vito ha espressamente escluso l’assoggettabilità di YouTube, Vimeo e Dailymotion alla nuova regolamentazione.

La Russia e l’ open source

Già era nota la volontà dei russi di passare all’ open source e adesso, quelle che erano solo notizie di corridoio, si vestono d’ ufficialità in quanto per legge il governo russo adopererà solo software open source, precisamente quelli Linux.

Di seguito vi posto un parte d’ articolo che potete trovare sul Sole24Ore:

“In Russia Microsoft Windows dovrà essere sostituito con un sistema operativo “aperto” tipo Linux su tutti i computer del governo e di altri enti pubblici entro la fine del 2014. Il decreto che ordina il passaggio è stato firmato dal premier Vladimir Putin che aveva più volte auspicato l’elaborazione di un originale sistema operativo russo. Tra i motivi della decisione ci sono i timori, nutriti dalle vicende di WikiLeaks, che il software americano contenga “buchi” che permettano la fuga delle informazioni riservate.
I militari sospettano che la creatura di Bill Gates contenga “codici segreti” in grado di mettere fuori uso i sistemi delle forze armate russe in caso di guerra. Infine il Cremlino vuole ridurre le spese «esageratamente alte» che stato, università e scuole pagano per le licenze della Microsoft.”