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Nuove misure di sicurezza per la Sony: protezione per identità e informazioni

In vista degli attacchi che tanti problemi hanno causato, Sony Network Entertainment Europe Ltd (SNEE) e Sony Computer Entertainment Europe Ltd (SCEE) hanno annunciato ieri l’offerta di un nuovo programma per la protezione dell’identità per i clienti di PlayStation Network e Qriocity di Regno Unito, Francia, Italia, Spagna e Germania.

Il programma sarà offerto da Affinion International Limited e assicurerà un sistema di monitoraggio, sorveglianza, servizio di avviso e un’assicurazione per tutti i membri PSN.

La Sony annuncia che il primo anno verrà completamente pagato dalla società, sempre come forma di risarcimento per l’ utenza.

Per ulteriori informazioni, incluse le condizioni di idoneità, consultare:

Per essere idonei alla protezione dalla frodi, gli utenti devono avere 18 anni ed essere stati in possesso di un account il 20 Aprile 2011.

Questione PlayStation Network: donna chiede 1 miliardo di dollari come risarcimento

Sony si ritrova anche a dover affrontare non solo i problemi con il PlayStation Network, ma anche le reazione degli utenti: in particolare, stanno nascendo le prime questioni giudiziarie.

Dopo un primo risarcimento di danni chiesto nei giorni scorsi per l’intrusione di malintenzionati nei server del PSN, ecco oggi arrivare la notizia di una nuova causa legale da un miliardo di dollari!

Questa è infatti la cifra che tale Natasha Maksimovic, cittadina canadese, ha richiesto a Sony Canada, Sony USAe Sony Japan.

E’ possibile riassumere le sue motivazioni in questa frase: “Se non ci possiamo fidare di un’enorme multinazionale come Sony per la protezione delle propri dati privati, di chi ci potremmo fidare? Pare che Sony sia più concentrata a proteggere i suoi giochi che i suoi utenti PlayStation!”

Secondo voi è troppo? La decisione della donna è giusta?

Limewire e il risarcimento miliardario


Come vi avevo già detto, Limewire chiuderà ufficialmente i battenti nel 2011 ma i problemi non finiscono qui. I legali della RIAA “Recording Industry Association of America” potrebbero chiedere come risarcimento la cifra astronomica di 1 miliardo di Dollari durante l’udienza che si terrà a Gennaio del 2011. L’ accusa è ovviamente quella di non aver adottato i provvedimenti necessari per bloccare il fenomeno del file-sharing e di averne inoltre tratto profitto economico.
Potrebbe esserci però una svolta: il giudice Debra Freeman ha richiesto che vengano portate in aula un campione di 80 tracce, nonchè 20 album, al fine di proporre un metodo che identifichi e calcoli i reali danni arrecati all’industria musicale.