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Installare Ubuntu su Motorola Xoom

Dopo l’ ubuntizzazione del Galaxy Tab, i recquisiti particolarmente attraenti del Motorola Xoom hanno attirato l’ attenzione degli hacker. Infatti, una delle prime modifiche che sono state effettuate sui tablet di nuovo generazione è stata quella di rendere possibile l’ emulazione di altri sistema operativi, in particolare Ubuntu. In questo caso parliamo del Motorola Xoom, ottimo tablet anche se dal prezzo un po’ elevato (trovete tutte le info qui: Motorola Xoom Tablet, preordine ad un prezzo di 1199$).

Di seguito troverete un video, realizzato dallo stesso hacker che ha portato a compimento la modifica, e un link diretto per una guida che spiega come installare Ubuntu su Motorola Xoom, per chi volesse provare.

La guida la trovate qui: how-to-run-ubuntu-on-the-motorola-xoom.

Come installare Ubuntu sul Galaxy Tab

Occorrente:

  • un Galaxy Tab
  • Android SDK
  • Permessi di Root sul Tablet (potete utilizzare l’ applicazione che trovate nel market Z4Root: dopo averla avviata e aver abilitato il Debug USB, confermate e cliccate Root.
  • Busybox installato (segui la guida sotto)
  • Questi file: http://db.tt/YnJZuf1
  • AndroidVNC installato (cercatelo nel market)
  • Terminal Emulator installato (cercatelo nel market)

Guida

  • Attivare i permessi di root è molto semplice, un pò meno installare busybox, vediamo come, scarichiamo il seguente file: Busybox 1.17.2
  • Decomprimiamo lo zip, mettiamo il file busybox dentro la cartella tools dell’Android SDK e collega il Galaxy Tab via USB (attivando il Debug USB in applicazioni->sviluppo)
  • Apriamo un prompt dei comandi e posizioniamoci nella cartella tools col path e digitiamo:
    adb shell
    su (consentiamo sul tablet)
    mount -o rw,remount -t yaffs2 /dev/block/mtdblock3 /system
    exit
    adb push busybox /data/local
    adb shell
    cd /data/local
    chmod 755 busybox
    /data/local/busybox cp /data/local/busybox /system/xbin/busybox
    cd /system/xbin
    chmod 755 busybox
    ./busybox –install -s /system/xbin
    rm /data/local/busybox
  • Ora che abbiamo busybox installato procediamo con la guida, scaricate i file di Ubuntu e metteteli dentro la SDcard del vostro Galaxy Tab dentro una cartella nominata ubuntu
  • Possiamo ora smontare la sd e aprire il terminal emulator, digitiamo:
    su
    cd /sdcard/ubuntu
    sh ./ubuntu.sh
    bootlinux
    rm -rf /tmp/.X*
    export USER=root
    vncserver -geometry 1280×800
  • Fatto ciò passiamo all’applicazione AndroidVNC e mettiamo i dati:
    Alias: root
    Password: ubuntu
    Address: localhost
    Porta: 5901
  • Cliccate connetti ed ecco ubuntu sul vostro Galaxy Tab!

Fonte: xda-developers

Modificare e gestire il menù principale di Ubuntu

Oltre alle varie caratteristiche che fanno di Ubuntu un sistema operativo davvero ottimo, un’ altra caratteristica particolare è l’ elevata possibilità di personalizzare il vostro pc. Si può anche modificare il menù principale, quindi aspetti che solitamente non possono essere modificati parecchio, su Ubuntu possono essere modificati a nostro piacimento.

E’ facile personalizzare il menù di Ubuntu, basta seguire semplici passi.

Guida

  1. Clicchiamo sulla voce “Sistema” posizionata in alto e poi  ”Preferenze
  2. Nell’elenco che comparirà cerchiamo quindi selezioniamo la voce “Menù principale
  3. Si aprirà una nuova finestra che ci consentirà di modificare le varie voci del menù: possiamo aggiungere o togliere elementi, ma anche crearne di nuovi
  4. In pochi click, potete gestire al meglio ciò che appare nel vostromenù

Ubuntu sfida Apple: adesso loro devono rincorrerci

L’ autore di Ossblog ha avuto la possibilità di intervistare Mark Shuttleworth, chiedendogli del futuro dell’ open source e alcune curiosità.

La riporto qui di seguito.

Mark, partiamo da una domanda un po’ scontata: qual è per te il valore dell’open source?

L’open source è l’equivalente di Wikipedia: tutti gli appassionati possono contribuire a renderlo migliore. Così nascono team di collaborazione che realizzano prodotti migliori.

Dicono che Ubuntu prenda dal mondo dell’open source più di quanto non renda.
Ogni persona che entra in questo mondo porta il suo contributo, come minimo il suo punto di vista. Quando abbiamo iniziato, l’universo dell’open source era pieno di brillanti persone che scrivevano codice eccezionale. Era chiaro che Linux sarebbe stato il futuro dei kernel. Non c’era bisogno di fare altro. Quindi ci siamo focalizzati sull’utente finale, cercando di distribuire software affidabili e belli, concentrandoci su ciò che la gente usa. Abbiamo documentato tutto e creato un ecosistema di supporto.

Parliamo di Ubuntu Maverick Meerkat, la release 10.10 rilasciata il 10.10.2010. Cos’ha di speciale?
E’ la prima con Unity, la nostra nuova interfaccia grafica. Abbiamo investito molto per semplificare e rendere efficiente il desktop. E’ stata ottimizzata per i netbook, ma funziona molto bene anche sul mio laptop. (Ubuntu 11.04 la userà come desktop principale, ma anche altre distro potrebbero usare Unityndr)

Quali sono le cose di cui siete più orgogliosi?
Wow, molte! Oltre a Unity, soprattutto il lavoro fatto attorno al cloud computing, che rappresenta il modo in cui nascono i nuovi progetti basati su server.

Guardi all’open source come a uno standard: se il mondo fosse governato dal free software sarebbe necessario su Sabdfl?
Una delle cose più grandi dell’open source è la diversità di leadership. Buone idee vengono a tutti e non penso che il mondo avrebbe bisogno di un benevolo dittatore. Sono felice di avere questo ruolo nella comunità di Ubuntu, per aiutare nella scelta di milioni di opzioni e indirizzare il nostro corso, ma il mio è solo un piccolo ruolo.

E com’è essere Sabdfl?
Una deliziosa responsabilità che ti rende esausto. E’ un privilegio avere questa responsabilità, che ho deciso di prendermi quando ho capito che potevo avere un impatto maggiormente positivo aggregando in un’iniziativa come Ubuntu i diversi progetti del mondo dell’open source.

Quando hai scoperto Linux?
Nel 1994, quando ho iniziato a occuparmi di Internet company. Linux era la soluzione migliore. Allora ho capito che il futuro dell’industria del software sarebbe stato legato all’open source e a servizi commerciali. E ho provato a trasformare questo concetto in realtà.

Prima distro e primo oss?
Slackware e Python.

Com’è la Terra vista dallo spazio? Si vedono molti pinguini?
La Terra vista dallo spazio è fantastica. Ma la sua bellezza è fragile, e l’impatto degli uomini ben visibile. Stiamo camminando lungo una linea pericolosa, con poche chance per salvarci. Il collasso finanziario del 2007 è dovuto al fatto che abbiamo spinto il sistema finanziario a un punto di non ritorno. Stiamo facendo lo stesso con il nostro ecosistema. Una cosa ovvia, ma che solo guardando la terra da lontano è così evidente.

Che sistema operativo c’era sulla tua navicella spaziale?
DOS! E un sistema russo ancora più vecchio. C’è qualcosa di rassicurante in un software così vecchio.

Senti, una domanda cattiva. Dicono che copiate un po’ troppo il Mac…
Sono stato alla design conference di New York e ho visto presentazioni di ricercatori e compagnie diverse. Tutti avevano realizzato qualcosa partendo da idee di altri. Per un nuovo utente MacOS e Windows sono simili, entrambi hanno finestre e icone… Chi ha copiato chi? L’innovazione corre, bisogna guardare le idee. Anche noi abbiamo preso ispirazione da altri. La grande lezione di Apple è focalizzarsi sulla semplicità, e la vogliamo predicare a tutto il mondo dell’open source. Ci sono elementi nella nuova interfaccia di Ubuntu simili a quelli della Apple: il menu nel pannello superiore e il launcher per le applicazioni. Idee comuni: anche Windows 7 mette le principli app sulla taskbar. Ma la domanda importante da fare sarebbe: state innovando così bene come avete imparato dagli altri? E la risposta è: certo! Siamo stati i primi a introdurre le notifiche che non interferiscono col tuo lavoro e gli indicatori delle categorie nel pannello. E con Unity abbiamo massimizzato i piccoli schermi dei netbook. Spero che Apple e gli altri ci raggiungano in breve.

Mai pensato alla dockbar?
Il launcher di Unity è in pratica la stessa cosa. Usa un meccanismo diverso, basato su un design secondo me migliore della Apple Dock.

E gli windicators?
Forse li inseriremo nella 11.04 (ma pare invece di nondr). Faremo questo o qualcos’altro di innovativo per l’interfaccia.

Ti ha impressionato di più il successo dell’iPhone, dell’iPad o di Android?
Android.

Avete progetti per il settore mobile, intendo oltre ai netbook?
Se stiamo progettando qualcosa, è un segreto.

Linux è un progetto comunista?
Assolutamente no. Sono stato in Russia e ho visto cosa significa il comunismo. Il free software è una competizione radicale, e la competizione è il cuore del capitalismo. I capitalisti non sono più intelligenti dei comunisti, semplicemente non sono in grado di non competere. Cosa difficile da regolare, perché il capitalismo è una competizione dura, e i capitalisti spesso preferiscono cercare strade per evitare il confronto. Quindi servono regole per mantenere le industrie sane e corrette. Non è che i capitalisti siano cattivi, sono semplicemente esseri umani.

Apple è il nemico, come dice Stallman?
No, è solo un rivale. C’è una grande differenza fra nemico e rivale. Gli esseri umani sono facili all’odio e non vedo perché dargli un motivo di odiare. Abbiamo opinioni differenti: noi crediamo che il free software porti a prodotti migliori , economie più sane, maggiore innovazione e divertimento. A noi non interessa odiare per vincere, ma solo fare un buon lavoro.

Verrai in Italia a promuovere Ubuntu?
Mi piacerebbe. Ci sono molti appassionati e validi sviluppatori lì da voi

In ultimo, un po’ di cuorisità su di te. Il tuo browser preferito?
Chromium.

Text editor?
Vim.

App per chattare?
Pidgin.

La tua app preferita in assoluto?
Google Docs.

La cosa più importante che hai fatto nella vita?
Aver desiderato di intraprendere una strada solitaria.

E la più importante che farai?
Cercare nuovi modi di vivere e lavorare.”

Fonte: http://www.ossblog.it

Me TV: digitale terrestre su Ubuntu

Ottimo programma per la visualizzazione dei canali digitali e per la loro registrazione, anche se una grossa pecca sono i device compatibili per linux.

L’installazione è semplicissima :

1. Editare il file /etc/apt/sources.list (da terminale con sudo gedit /etc/apt/sources.list) aggiungendo al termine queste due righe (i repository di me-tv):

deb http://ppa.launchpad.net/michael-lamothe/ubuntu gutsy main
deb-src http://ppa.launchpad.net/michael-lamothe/ubuntu gutsy main

2. Installare il programma con :

sudo apt-get update
sudo apt-get install me-tv

3. Andare su [Applicazioni –> Audio e Video –> Me Tv] ed avviare Me tv. Verrà chiesta a questo punto la propria località ed effettuata la scansione dei canali. Dopodichè Me tv sarà già bello, pronto e … funzionante !!!

3b. Nel caso nell’elenco di località non apparisse la propria, creare un file “frequenze” come descritto qui e da terminale dare il comando:

scan PERCORSO_FILE_frequenze > ~/.me-tv/channels.conf

Tutto dovrebbe essere a posto ora !!

3c. Per tutti i romani posto il mio file channels.conf, contenente i canali rai e mediaset e la7, da copiare nella cartella ~/.me-tv/channels.conf

Scarica il file

Open Office 3.2.1 in italiano

OpenOffice è una suite opensource che vuole porsi come valida alternativa al pacchettoOffice di Microsoft.
La suite integra un elaboratore testi (Writer), un programma per le presentazioni (Impress), un pacchetto per il disegno grafico e di diagrammi (Draw), un foglio elettronico (Calc), un database (Base) e un componente (Math) per il disegno di equazioni matematiche (da importare poi in Writer, Calc o Impress).
OpenOffice gira nativamente su Windows, Linux, Solaris, Mac OS X.

La nuova release della suite per l’ufficio vede l’integrazione di strumenti linguistici italiani – il dizionario per la correzione ortografica e quello dei sinonimi – nonché del filtro per il PDF/A, sottoinsieme del formato Adobe PDF.

Per quanto riguarda le nuove funzionalità introdotte nei singoli moduli che compongono la suite, Writer – il wordprocessor di OpenOffice – permette adesso di selezionare in modo più facile la lingua per la correzione ortografica, consente agli utenti di definire le opzioni per la stampa del testo nascosto e dei segnaposti, offre delle migliori funzionalità di selezione del testo e di ricerca e sostituzione oltre ad un maggior numero di scorciatoie da tastiera per gli stili dei paragrafi.

Il foglio elettronico Calc permette adesso di inserire date e formule in modo più razionale, offre una funzionalità “smart” per la copia e lo spostamento di blocchi di celle, permette di trasformare i dati in colonne, e dispone di migliori funzionalità di stampa e filtraggio dei dati, e di un migliore Data Pilot

Chart, il modulo per la grafica business utilizzato da OpenOffice, continua ad evolvere rapidamente: gli utenti meno esperti hanno ora a disposizione un maggior numero di scelte di base per configurare il motore di grafica, mentre quelli avanzati hanno diverse opzioni per la personalizzazione dei grafici secondo le loro preferenze personali.

Infine, Base, il modulo di OpenOffice che consente di creare e gestire basi di dati, adesso supporta nativamente il formato Microsoft Access 2007 e consta di una serie di funzionalità ottimizzate per operare su MySQL, Oracle/jdbc, e database nativi (HSQL). Migliorato, rispetto alle precedenti versioni della suite, anche il Query Designer, finestra del programma che consente – anche agli utenti meno esperti – di comporre rapidamente delle interrogazioni sulle basi di dati in uso.

DOWNLOAD
Download Open Office 3.2.1 Windows
Download Open Office 3.2.1 Mac OS X

Download Open Office Linux (Pacchetti)

Download Open Office Linux 64 bit (Pacchetti)

Le versioni con JRE comprendono un Java Runtime Environment, necessario per le funzioni più avanzate. Se avete già un Java Runtime Environment e volete mantenerlo, usate le versioni senza JRE; altrimenti usate quelle con JRE.

Chi volesse installare la versione Windows senza JRE può scegliere l’installazione personalizzata e deselezionare la voce relativa a JRE.

Il futuro di Ubuntu

E’ stato proprio Robbie Willliamson, dopo aver preparato la roadmap di Maverick Meerkat, ad iniziare a parlare del futuro non proprio imminente della distro in questione.

Tuttavia è cambiato qualcosa, Mark Shuttleworth, infatti, pensa di rilasciare la versione finale di Ubuntu 10.10 il 10/10/2010, il 10 ottobre dunque, corrisponderà alla data di esordio di Maverick Meerkat, questione di scaramanzia.

Si tratta ancora di una bozza prematura, ma con molta probabilità Ubuntu 11.04 Alpha1 verrà lanciata il 4 novembre e sarà seguita da altre 4 alpha, una beta prevista per il 31 marzo, una release candidate in arrivo il 21 aprile ed una final release il 28 aprile 2011.

La prima versione Alpha di Ubuntu 11.10 potrebbe esordire il 3 giugno 2011, seguita stavolta da 3 alpha, una beta il 2 settembre, una release candidate il 16 ottobre ed una versione finale il 13 ottobre 2011.

Piccola incongruenza dal momento che non risulta materialmente possibile che una release candidate venga rilasciata dopo la versione finale. Piccolo errore che verrà presto rettificato? Speriamo.

Nel frattempo il team starà già pensando ad Ubuntu 12.04 LTS con la prima alpha in arrivo il 3 novembre 2011, la prima beta il 23 febbraio del 2012 ed una final release il 26 aprile. Il ciclo di sviluppo comprenderà 4 alpha e 2 beta.

A noi sembra ancora troppo presto per sbilanciarci ma potete dare un’occhiata alla relativa pagina Wiki se desiderate vedere con i vostri occhi il programma lungo e corposo avanzato dal team.

Fonte: http://www.crismonblog.org/

Diventare un hacker in 31 giorni

E’ parecchio lunga ma va letta xD

Girovagando per la rete mi sono imbattuto in una simpatica storia raccontata da un giovane che spiega come diventare un Hacker con Linux in un mese.

Sarà vero?

diventare-hacker

No…lo ammetto…devo darti una grossa delusione…

Non si diventa Hacker in un mese, ma voglio ugualmente farti leggere questa storia che trovo davvero divertente.

Buona lettura…ti apetto alla fine, dopo il trentunesimo giorno…o forse era il cinquantaduesimo?!

Caro diario, giorno 1

Oggi ho deciso di installare Linux. Non si può essere un vero hacker se non si usa Linux, e io voglio essere un vero hacker. Soprattutto per far colpo sulle ragazze. Ho chiesto a quelli che conoscevo ed ho scoperto che Giovanni usa Linux; stranamente ha gli occhiali spessi, è sovrappeso, non si lava molto, non si rade e non conosce nessuna ragazza. Mi aspettavo qualcuno di più figo, con gli occhiali scuri anche al chiuso e il trench di pelle. Probabilmente si traveste per non dare nell’occhio. Una doppia vita! Che cosa emozionante diventare un hacker. Mi ha consigliato la Debian dicendo che è la “distruzione di Linux” per veri duri. Io sono un duro. Uso il computer da quando ero piccolo; sempre Macintosh, ma quando uno sa usare un computer, li sa usare tutti! Pensa: l’hacker di “Indipendence Day” entrava nel sistema operativo di una nave aliena: figata! Chissà perché si chiama “distruzione di Linux”. Dovrò chiedere. Che nome da duro!

Caro diario, giorno 2

Giovanni mi ha spiegato oggi che la Debian è una DIS-TRI-BU-ZIO-NE di GNU/Linux. Non distruzione. Dice che è molto importante che si dica GNU/Linux, se si dice solo Linux la Microsoft (che dovrei scrivere Micro$oft o Microsuck, non so perché) prenderà il controllo del pianeta, provocherà l’Apocalisse, spegnerà il sole, farà piangere Gesù Bambino e impedirà che ci siano giochi recenti per GNU/Linux. In questo ordine (di importanza). Giovanni dice che GNU vuoi dire “GNU Non è Unix”, però Linux è Unix e Giovanni dice che è da queste contraddizioni apparenti che si capisce chi è un vero hacker. Tutti gli altri sono dei perdenti che si meritano che un Virus spedisca alla nonna pezzi di E-Mail pornografiche scambiate con la morosa. Io non posso essere un perdente perché mia nonna è quadriplegica e non sa usare il computer; oltre tutto, non ho mai avuto la morosa, anche se ho scritto dei racconti un po’ spinti su Kaori della pubblicità del Philadelphia. Sto già diventando un vero hacker.

Caro diario, giorno 3

Ho smesso di fare domande a Giovanni, perché il suo travestimento da non-figo puzza davvero tanto e non riesco a concentrarmi trattenendo il fiato. Chissà dove si procura il suo “odore di ascella non lavata da quindici giorni”, è DAVVERO realistico. Un altro segreto hacker, immagino. Ho comprato una rivista con i CD della Debian. Da questa notte il mondo sarà mio: devo solo installarla, poi sarò un vero hacker. Nella rivista non ci sono donnine nude: un vero hacker si eccita con le immagini dei computer nudi (smontati), o con il “codice sorgente”. Ci ho provato, ma ho ancora molto da imparare.

Caro diario, giorno 4

Non trovo setup.exe nel CD. Sarà rovinato. Domani lo vado a cambiare.

Caro diario, giorno 5

Non c’è il setup.exe! E’ tutto molto semplice: si inserisce il CD a computer spento, si seleziona da BIOS di boot-are (un modo di dire inglese che vuoi dire “stivalare”, ah! gergo hacker!) da CD, e si installa. Facilissimo. Ci ho messo solo 3 ore a capirlo. Ora devo solo scoprire come invocare il BIOS.

Caro diario, giorno 7

Sono fortunato! Il BIOS nel mio computer si invoca semplicemente premendo i tasti CTRL-ALT-SHIFT-CANC-Q-W-E-R-T-Y-1-2-3-4-5 contemporaneamente nei 4 microsecondi in cui avviene il check della memoria. Pensa che nel computer di uno che conosco è possibile invocarlo solo nelle notti di luna nuova, dopo la mezzanotte, se si rimane all’interno d’un pentagramma tracciato per terra col sangue d’un gallo nero. E’ destino che io diventi un hacker.

Caro diario, giorno 8

Sto installando. Ho aspettato 4 ore che comparisse la schermata grafica, ma continuo solo a vedere delle scritte. E non compare la freccetta del mouse. Devo chiedere.

Caro diario, giorno 9

Le scritte andavano lette! Pensa come sono furbi questi hacker, nessuno può usare il LORO GNU/Linux se non sa che le scritte vanno lette. E’ un po’ come una società segreta.

Caro diario, giorno 10

Ieri mentre installavo mi è stato chiesto di “partizionare l’hard-disk”. Ho spinto OK quattro o cinque volte e sono andato avanti. Cosa sono i moduli del kernel? Non so, ne ho scelti alcuni a caso.

Caro diario, giorno 11

In solo una settimana ho fatto partire il sistema. Pare che io abbia cancellato tutto quello che c’era sull’hard disk quando lo ho partizionato, ma non è grave: c’erano solo le mie mail personali degli ultimi 3 anni con tutti gli indirizzi (quando sarò un hacker famoso, si rifaranno vivi tutti) e la copia digitale della dimostrazione dell’ultimo teorema di Fermat che avevo trovato in soffitta della nonna, dopo che è morta (non sono andato al funerale perché stavo installando). Poco male: diventerò un hacker, ed ho la copia cartacea. Non faccio una doccia da quando ho cominciato, ho la barba un po’ lunga e sto solo mangiando pizza e hamburger. Però sto bene.

Caro diario, giorno 12

I moduli del kernel non andavano scelti a caso. Pare che io abbia fatto qualcosa che non va riguardo al modulo per la scheda grafica. Il monitor è esploso. Poco male: ne ho un altro. Nell’incendio è bruciata la copia cartacea della dimostrazione dell’ultimo teorema di Fermat. Non importa, non trattava di Linux. Le mie ferite guariranno in un mese, nessuno farà caso alle cicatrici quando sarò un hacker figo. Ho messo su 4 chili: smaltirò poi, ora non ho tempo.

Caro diario, giorno 14

Ho passato due giorni a scegliere quali programmi installare: l’elenco ne comprende 6739, con nomi di solito senza vocali come ed, amb, brlscnb e mvf fncl; di questi, 1356 sono editor di testo! Pare che servano tutti: gli hacker ne sanno una più del diavolo!

Caro diario, giorno 15

XF86Config ne sa MOLTE più del diavolo. O forse serve ad evocare il diavolo stesso, non ho capito bene.

Caro diario, giorno 20

Finalmente il computer funziona. Meno di tre settimane per sistemarlo: un record di velocità. Ho dovuto saltare le docce per risparmiare tempo, ma non ne ho risentito. Certo, non funziona l’audio, la grafica non va a più di 16 colori a 640*480, il masterizzatore non dà segni di vita e il cursore si teletrasporta da un angolo all’altro dello schermo: ma è proprio dalla capacità di affrontare questi piccoli disagi che si vede il vero hacker. Ora mi connetterò a Internet. Mi hanno detto che gli altri hacker sono sempre molto disponibili verso chi vuole imparare. Sono passati i vicini a chiedere dove era il cadavere. “Quale cadavere” ho chiesto io. “C’è odore di cadavere in decomposizione” hanno risposto. Non capisco. Non sento nessun odore: saranno impazziti? In effetti mi lanciavano delle occhiate poco rassicuranti.

Caro diario, giorno 21

Oggi ho provato a connettermi a Internet. Ho un WinModem. Questo è MALE.

Caro diario, giorno 22

Oggi ho provato a connettermi a Internet. Qualche cosa è andato storto, dal nuovo modem vengono rumori strani e un po’ irati.

Caro diario, giorno 23

I rumori strani erano la voce di un cambogiano che rispondeva alle telefonate. Pare che il suo numero di telefono sia quello usato di default per la connessione a Internet. Ha detto che, se voglio, mi legge ad alta voce il giornale, così mi sento nell’autostrada dell’informazione. Per ora ho declinato. Si chiama Chea Vichea.

Caro diario, giorno 24

Mi sono connesso! Fino a che non esco dal pentagramma di sangue di gallo nero, tutto funziona a meraviglia! Mi chiedo cosa succederà all’alba. Sento degli strani rumori provenire dalla cantina.

Caro diario, giorno 25

Ho mandato delle mail su Internet chiedendo aiuto per capire meglio. Ho scritto sulla mailing list Kernel Dev, mi sembra il posto migliore per trovare degli esperti.

Caro diario, giorno 26

Chi è RTFM? E quando comincerà ad aiutami?

computer-fuoco

Caro diario, giorno 31 (o forse 52)

Sono stato multato. Pare che sia vietato bruciare i computer in terrazzo. Ho detto che dopo tutto era Capodanno, ma mi hanno spiegato che Capodanno è stato tre settimane fa: devo aver perso il conto dei giorni. Ora che ho eliminato il computer, sto molto meglio. Dopo la terza doccia ho sentito i miei vicini di casa urlare “era ora che riparassero quel tombino, l’aria era proprio irrespirabile!”. Ho comprato un machete per tagliarmi la barba, fino ad ora ho rotto tre rasoi. Domani parto per la Cambogia, ho ritelefonato a Chea Vichea. Mi ha trovato un lavoro come bracciante nelle risaie. Non vedo l’ora di cominciare: ha detto che il computer più vicino è a 5km dal suo villaggio. Basterà?

Questa storia è stata integralmente ripresa dal web e te l’ho proposta per farti fare una risata….
Fonte: www.hackgeek.it/