Posts Tagged ‘pirateria’

Censura Internet in Spagna: si protegge il copyright

Ieri, 9 febbraio, il Senato spagnolo ha votato la cosiddetta Ley Sindhi che permette ai tribunali esecutivi di censurare i siti web ritenuti responsabili di violazioni del copyright. L’industria del copyright avrà rappresentanti in tribunale. Viene attuata una forma di censura preventiva che non tiene conto del diritto ad un equo processo, con una procedura “amministrativo-giudiziaria”.

Blogger e attivisti spagnoli stanno protestando contro “la legge abominio”. La Spagna priva i giudici di qualsiasi funzione per decidere le violazioni dei siti web spostando tale compito ad un tribunale esecutivo che ospiterà rappresentanti dell’industria del Copyright. Ci sono diversi siti web dedicati alla lotta contro l’abominio come No al cierre de webs oppure NO a la ley SINDE. Anche Twitter, portale di MicroBlogging, viene preso di mira dall’ira degli Spagnoli che si stanno mobilitando, in massa, per dire NO ad una legge che non hanno votato. Possiamo seguire l’evolversi della situazione seguendo il tag #leysinde.

Sembra strano che in Spagna, paese che sembrava aprirsi ad una sorta di liberalizzazione, questa legge risulta essere un forte dietrofront. Gli effetti di sicuro si faranno  sentire.

Fonte: http://www.italiasw.com

Google contro la pirateria: la fine della libertà della rete?

Google darà inizio alla filtrazione della rete e parole come Megaupload, download e streaming, verranno bandite ed eliminate dai risultati delle ricerche effettuate sul più famoso motore di ricerca. Sotto la pressione di organizzazioni americane come MPAA e RIAA, Google inizia a filtrare le proprie ricerche: la parola torrent è tra le prime della lista di parole nere che ben presto spariranno, ma questo annunciato cambiamento, da subito ha suscitato grandi critiche. L’ accusa principale è quella di favoritismo alla grandi major, anche se comunque molti forse dimenticano che, di fatto, la pirateria è illegale…la distrubione di materiale warez (coperto di copyright) è illegale.

Ma con questo tipo di modifica, non vengono colpiti i soli “distributori” di materiale illegale: per meglio capire quello che intendo le parole della compagnia Rapidshare sono perfette:

“Rapidshare – è uno dei siti piu’ popolari al mondo. Ogni giorno circa 100mila persona usano i nostri servizi, facendo upload di materiale completamente legale e di loro produzione. Da questo si capisce, che  è andato oltre alle sue capacità di motore di ricerca e dei suoi algoritmi. I risultati di un motore di ricerca deve tenere conto gli interessi dei utenti, non gli interessi della compagnia stessa o altre società”

Al di là delle accuse, il punto sul quale io credo dovremmo maggior parte soffermarci è questo: può Google monopolizzare la rete e soprattutto, decidere di fatto quello che possiamo trovare o meno su quest’ ultima? Con questa gestione del web, le ricerche sono indirizzate sulle tematiche che portano soldi a google e alle compagnie che sponsorizzano progetti del genere. Inoltre, chi ci assicura che un tipo di controllo non è già in atto? Chi ci dice che la rete è davvero libera? Sono problemi difficili d’ affrontare…trovare una giusta regolamentazione per la rete non è di certo un lavoro facile, ma di certo questa non è la via giusta.

Crack anche per lo store Windows

Alcuni sviluppatori sembrerebbero avere scoperto una falla proprio nel sistema di protezione delle applicazioni per il dispositivo cellulare, immettendo all’interno della rete un esaustivo filmato relativo a questa vulnerabilità. Inoltre è stato realizzato un programma per la ricerca ed il download delle applicazioni con l’obiettivo di spronare la Microsoft a migliorare i DRM. Prima di rendere pubblica la scoperta infatti, la società dei Windows è stata allertata, ma non sembra essersi scomposta più di tanto. Intanto alcuni esperti di Information Technology sono allarmati per l’enorme diffusione di questi dispositivi, sempre più utilizzati dei personal computer e dotati di una sicurezza informatica molto inefficiente.

La censura in Tunisia

L’Agence tunisienne d’Internet (ATI, Agenzia tunisina di Internet), il principale Internet provider del Paese è accusato di registrare, senza il consenso degli utenti, gli username e le password per i servizi Yahoo!, GoogleFacebook. Lo dice un articolo del magazine Tech Herald che, dopo aver intervistato degli esperti, giunge alla conclusione che l’ATI utilizzerebbe un linguaggio javascript per piratare queste informazioni.

Dopo il suicidio di Mohamed Bouazizi a Sidi Bouzid lo scorso 17 dicembre moti spontanei sono scoppiati nel Paese: i manifestanti hanno usato i social network (soprattutto Facebook) per comunicare e, in risposta, la polizia ha iniziato un vero attacco informatico. Blogger arrestati, conti bloccati, siti oscurati: è la guerra contro quello che i manifestanti chiamano ”Ammar”, l’apparato di censura dello Stato.

Facebook in Tunisia conta 2milioni di utilizzatori, su una popolazione di 10 milioni. Siti come You Tube e Daylimotion non sono accessibili e su Facebook la popolazione ha potuto far girare dei video e delle gallerie foto delle manifestazioni. Alcuni esempi quiqui e ancora qui.

La Tunisia è classificata tra i “nemici di Internet” da Reporter sans Frontierer per il filtraggio del web che viene applicato quotidianamente nel Paese.

Fonte: http://www.agoravox.it

La legge Hadopi uccide la libertà della rete

La nuova regolamentazione circa l’ uso di Internet e le varie sanzioni previste, qualora si dovesse infrangere la legge Hadopi, sono state definite “liberticide” da sir Tim Berners Lee. Ogni giorni, circa 2000 internauti francesci si sono visti interrompere la linea internet in quanto sospettati di azioni illecite. Ma non è ancora abbastanza questo per il governo francese, Si parla infatti, dell’ installazione di programmi direttamente sui pc che monitoreranno il traffico internet e la navigazione degli utenti: questo è davvero assurdo.

Vi posto qui di seguito le sanzioni previste da questa legge, attuata sono diretta richiesta dei detentori di copyright per stroncare il fenomeno dei download illegali. (Questa parte dell’ articolo proviene da un altro blog, in fondo troverete l’ appartenenza.)

“I detentori del diritto di autore (leggi le lobbies) lanciano un grido di allarme a Hadopi (Alta autorità per la Diffusione delle Opere e la Protezione dei diritti su Internet). Dicono che internet li sta uccidendo, che gli scaricatori in rete attentano alla sopravvivenza dei prodotti culturali. Hadopi allora invia una mail alloscaricatore per dirgli di darsi una regolata.  Se la mail non basta, arriva una raccomandata postale con il dictat:  “procurati un software per filtrare i contenuti”, altrimenti la prossima volta che lo fai vai a finire davanti al tribunale.

Le sanzioni

Se Hadopi vi ritiene colpevoli, dovrete pagare una sanzione di 1500 euro (3000 in caso di recidiva). Se Hadopi vi considera pirati incalliti, chiederà alla magistratura di incriminarvi per il reato di contraffazione. Tale reato è punibile con multe fino a 300mila euro e tre anni di galera.

Ma io non c’entro!

Hadopi non accetta scuse. Vi ha detto di filtrare il contenuto illegale e dunque, se non lo fate, siete colpevole. Alle sanzioni si aggiunge il taglio della connessione a internet per un mese. Perché? Perché siete conniventi. In pratica è come se voi aveste lasciato la porta di casa aperta e un ladro ne avesse approfittato per entrare dalla vostra finestra nell’appartamento del vicino…

Porgere l’altra guancia

No, non potrete abbonarvi ad un altro Internet Provider durante la durata della sospensione, altrimenti scattanoaltri 1500 euro di  sanzione. Dovrete comunque continuare a pagare il vostro abbonamento, anche se non lo potete usare…

Dovete avere paura?

Sì e no, ma l’industria culturale dovrebbe rodersi le unghie. Sì, perché qualcuno può utilizzare il vostro IP per teletrasmettere a go go sulle reti. No, perché Hadopi è un progetto moribondo. Restano le opzioni streaming,  reti criptate,i newsgroups, eccetera…

Giusto una domanda

Se si considera che più gli internauti teletrasmettono, più acquistano CD e DVD e che le cifre sono note (il pirataacquista in media 3,16 CD e DVD contro 1,81 della media dei francesi). Si può chiedere ai deputato che hanno votato a favore della legge: Signori, come andrete a compensare questa mancanza di introiti?

Con l’aratro davanti ai buoi

Il nuovo ministro della cultura ha appena insediato una commissione incaricata di studiare “sistemi per reperire risorse da destinare all’industria culturale. ” Alla buonora! Questa commissione è diretta da Patrick Zelnik, l’ex-direttore di Virgin, attuale direttore di Naïve, una società di produzione e  distribuzione di beni culturali che ha nel suo catalogo i dischi di Carla Bruni. E’ accompagnato nella sua missione dall’ex ministro Jacques Toubon e da Guillaume Cerutti (ex-direttore del centro Pompidou e attuale direttore di Sotheby’s, sconosciuto su Wikipedia). Patrick Zelnik farà conoscere le sue proposte all’inizio di novembre.”

Fonte: Gizmodo France

Warner Bros impara dai pirati informatici

Proprio ieri in Italia, è stata definita quella che sarà la nuova legge contro la pirateria ma leggete questo interessante articolo che ho trovato…Warner Bros darà il via ad un grande cambiamento?

“Warner Bros è forse l’unico a capire che la pirateria non può essere fermata e l’unico modo per tenerla sotto controllo è quello di imparare da essa. E se possibile, trasformare i pirati in consumatori, dando loro ciò che stanno cercando.

Perseguire gli utenti che scaricano materiale violando il Copyright è una “soluzione”al problema Pirateria. L’altra soluzione è quella adottata da Warner Bros , casa di produzione cinematografica e televisiva statunitense, che sta monitorando gli “usi e costumi” degli utenti P2P.
Il Content Protection Summit di Los Angeles è stato produttivo. Hanno discusso i risultati di uno studio che ha analizzato i download illegali negli ultimi 18 mesi.

Ecco i punti salienti

  • Il Pirata medio ruba e fa acquisti legittimi. Anche i pirati più accaniti spendono dei soldi.
  • La maggior parte dei pirati è un maschio di 18-24 anni di età, utilizza il P2P e piattaforme di streaming. Ma quando si tratta di guardare programmi TV attraverso lo streaming illegale, le donne dominano le classifiche. Spettacoli come “Gossip Girl” e “Vampire Diaries” dominano la Top 10.
  • La maggior parte dei Pirati ha dei siti di riferimento e evita l’uso dei motori di ricerca.
  • Il 65,31% di tutti i download P2P sono film.
  • I Pirati tendono a tradurre i contenuti video per i mercati internazionali. Il 23% dei download di un film è una versione in lingua originale con i sottotitoli . I film/show sono disponibili il terzo giorno dopo la messa in onda. Se WB rilascia i Film/Show doppiati o sottotitolati nei primi due giorni dopo la messa in onda, possono prevenire la maggior parte del download illegale.
  • Telefilm come “Vampire Diaries” vengono rilasciati negli Stati Uniti prima del Regno Unito.Se WB li rende disponibili su iTunes subito dopo il rilascio degli Stati Uniti, i download illegali in Gran Bretagna tendono a diminuire.”

Fonte integrale: http://www.italiasw.com