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Notifiche sul Desktop per GMail

Il team di Google ha reso disponibili le notifiche desktop per posta e chat: potremmo essere avvertiti da un piccolo popup a scomparsa ogni volta che ci arriva una nuova mail oppure un nuovo messaggio su Gtalk. Si tratta di un cambiamento molto utile, che consente di essere immediatamente avvertiti qualora arrivi un’ email nella nostra casella. Per attuare questa modifica, il procedimento è semplice e stesso accedendo al vostro account GMail, vi verrà proposto di apportare tale modifica.

Google contro la pirateria: la fine della libertà della rete?

Google darà inizio alla filtrazione della rete e parole come Megaupload, download e streaming, verranno bandite ed eliminate dai risultati delle ricerche effettuate sul più famoso motore di ricerca. Sotto la pressione di organizzazioni americane come MPAA e RIAA, Google inizia a filtrare le proprie ricerche: la parola torrent è tra le prime della lista di parole nere che ben presto spariranno, ma questo annunciato cambiamento, da subito ha suscitato grandi critiche. L’ accusa principale è quella di favoritismo alla grandi major, anche se comunque molti forse dimenticano che, di fatto, la pirateria è illegale…la distrubione di materiale warez (coperto di copyright) è illegale.

Ma con questo tipo di modifica, non vengono colpiti i soli “distributori” di materiale illegale: per meglio capire quello che intendo le parole della compagnia Rapidshare sono perfette:

“Rapidshare – è uno dei siti piu’ popolari al mondo. Ogni giorno circa 100mila persona usano i nostri servizi, facendo upload di materiale completamente legale e di loro produzione. Da questo si capisce, che  è andato oltre alle sue capacità di motore di ricerca e dei suoi algoritmi. I risultati di un motore di ricerca deve tenere conto gli interessi dei utenti, non gli interessi della compagnia stessa o altre società”

Al di là delle accuse, il punto sul quale io credo dovremmo maggior parte soffermarci è questo: può Google monopolizzare la rete e soprattutto, decidere di fatto quello che possiamo trovare o meno su quest’ ultima? Con questa gestione del web, le ricerche sono indirizzate sulle tematiche che portano soldi a google e alle compagnie che sponsorizzano progetti del genere. Inoltre, chi ci assicura che un tipo di controllo non è già in atto? Chi ci dice che la rete è davvero libera? Sono problemi difficili d’ affrontare…trovare una giusta regolamentazione per la rete non è di certo un lavoro facile, ma di certo questa non è la via giusta.

La censura in Tunisia

L’Agence tunisienne d’Internet (ATI, Agenzia tunisina di Internet), il principale Internet provider del Paese è accusato di registrare, senza il consenso degli utenti, gli username e le password per i servizi Yahoo!, GoogleFacebook. Lo dice un articolo del magazine Tech Herald che, dopo aver intervistato degli esperti, giunge alla conclusione che l’ATI utilizzerebbe un linguaggio javascript per piratare queste informazioni.

Dopo il suicidio di Mohamed Bouazizi a Sidi Bouzid lo scorso 17 dicembre moti spontanei sono scoppiati nel Paese: i manifestanti hanno usato i social network (soprattutto Facebook) per comunicare e, in risposta, la polizia ha iniziato un vero attacco informatico. Blogger arrestati, conti bloccati, siti oscurati: è la guerra contro quello che i manifestanti chiamano ”Ammar”, l’apparato di censura dello Stato.

Facebook in Tunisia conta 2milioni di utilizzatori, su una popolazione di 10 milioni. Siti come You Tube e Daylimotion non sono accessibili e su Facebook la popolazione ha potuto far girare dei video e delle gallerie foto delle manifestazioni. Alcuni esempi quiqui e ancora qui.

La Tunisia è classificata tra i “nemici di Internet” da Reporter sans Frontierer per il filtraggio del web che viene applicato quotidianamente nel Paese.

Fonte: http://www.agoravox.it

Facebook batte Google


Mark Zuckerberg mette nel cassetto un altro primato: finito il 2010, si tirano le somme e Facebook risulta essere il sito più cliccato, superando anche il colosso Google. Lo rivela uno studio di Experian Hitwise relativo agli Stati Uniti. Mountain View supera però Facebook se vengono inclusi nel conteggio i molti siti di proprietà Google, fra i quali quali Youtube e Gmail. Il terzo posto va in ogni caso a Yahoo!.

iPhone e Android sono spioni!

Ormai le famose app sono conosciute da tutti. Piccole applicazioni acquistabili per pochi euro, ma anche gratuite, che permettono di rendere più funzionale il terminale che stai usando. Le più famose le troviamo nell’ App Store e nell’ Android Market, utilizzati da milioni di utenti. L’ autorevole Wall Street Journal però ci mette sull’ attenti: l’atteggiamento di Apple e Google nella gestione delle apps e nell’interazione con i terminali non è del tutto trasparente. Infatti, sono stati trovati alcuni software spioni che sono in grado di copiare i dati personali dell’ utente per inviarli a società terze, le quali a loro volta le utilizzano per campagne pubblicitarie o per analisi statistiche. Da una prima analisi ben 101 apps spione sono state trovate: 56 forniscono il numero seriale del telefono cellulare in cui sono installate, mentre 47 trasmettono direttamente la posizione GPS. Una grave violazione della privacy che le case produttrici dovranno spiegare.

Google: 5 miliardi per Groupon

Google si appresta a mettere le mani sul colosso del coupon, Groupon che offre i classici buoni sconto, acquistabili sul sito e poi spendibili in diversi partner.
Google si appresta a mettere appunto una manovra finanziaria dalla grande portata, valutata tra i 5 i 6 miliardi, per l’ acquisto del colosso che ha coniugato l’acquisto online degli sconti e il loro utilizzo nei normali negozi sviluppando un’ idea molto originale.

La Cina dietro l’ attacco a Google?

Wikileaks ha rilasciato informazioni anche su avvenimenti del mondo del web: il sito ha infatti rilasciato documenti che contengono scottanti verità su un fatto che ha scatenato non pochi problemi a livello politico: gli attacchi mirati contro Google e altre aziende USA operanti in Cina. Nella documentazione, infatti, è presente una nota: l’ attacco cracker di gennaio è tutta opera della Cina.
I sospetti già al tempo ricaddero sul governo cinese e in primis Google, uno tra i gruppi più duramente colpiti, affermò che si trattava di un attacco mirato e di alto livello, un accesso ai server che, partendo da Gmail, metteva in pericolo i dati personali archiviati in Cina. Il risultato è stata la rottura dei rapporti e l’abbandono di Google.cn.

Adesso, questi documenti rilasciati, non fanno altro che confermare quelli che erano semplici rumors, facendo nascere un caso internazionale: un contatto cinese ha confermato all’ambasciata USA a Beijing che il Politburo cinese ha attivamente orchestrato la campagna d’attacco contro le aziende USA e che quindi dietro l’affair Google ci siano direttamente i vertici delle istituzioni del paese.
La Cina ovviamente nega tutto: «Le accuse per cui il governo cinese avrebbe partecipato a qualsivoglia cyberattacco, sia in modo esplicito che in modo non esplicito, sono senza fondamento e mirano a denigrare la Cina. Ci opponiamo con forza a ciò».

L’ e-mail secondo Facebook

GMAIL Killer, Progetto Titan, o più semplicemente ‘Facebook Mail’. Ecco la novità di Facebook: un servizio di posta elettronica via web, integrato nella piattaforma che sfrutterà la rete di amicizie. Molti diranno che non si tratta di una grande novità, ma si tratta di una vero colpo nel mercato dell’email, calato dall’alto degli oltre 500 milioni di utenti. Gli utenti presto potranno utilizzare un indirizzo di posta con il proprio nome seguito da ‘@facebook.com’, leggibile dai software di posta più comunemente utilizzati come Outlook, Thunderbird e Windows Mail.

Il lancio del nuovo servizio sarà ufficializzato lunedì. Insieme al probabile annuncio di un’alleanza strategica con Microsoft, per incorporare in Facebook le funzionalità delle applicazioni di Office.
Sarà un duro colpo per Google?